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DIRITTO ALLA CITTA’ IN PIAZZA DEI SANNITI – SAB4OTT dalle 16.00
Palestre popolari, artisti di strada, osterie popolari, musica e cultura indipendente. #dirittoallacitta #Tuttiliberi Sabato 4 ottobre Piazza dei Sanniti ★Storie in piazza:Palestre popolari,artisti di strada,osterie popolari,musica e cultura indipendente ►Ore 16 Esibizioni delle Palestre popolari ►Ore 18 Artisti di strada, Murghe, Titubanda, Reading ►Ore 20 presentazione dell'agenda Urbana ►Ore 20.30: Cena popolare a cura delle osterie popolari ►Ore 20.45 Concerto di Giulia Anania | Militant-A | reggae in piazza con Lampa Dread/Sego/Baracca In visita negli Stati Uniti al Primo Ministro Renzi è scappato di bocca "Per primo ho la consapevolezza che alcune cose vanno cambiate in modo quasi violento". Doveva essere un segnale a banda larga perchè a Roma, il giorno dopo le dichiarazioni del premier, il segnale è arrivato forte e chiaro. Sono andati agli arresti cautelari due esponenti del movimento romano, Nunzio D'Erme del Centro Sociale Corto Circuito e Marco Bucci, del Centro Sociale Spartaco. Ulteriori arresti che, sommati a quelli a carico di Paolo e Luca, sono un segnale forte per tutti quelli che si oppongono all’imposizione della radicale trasformazione della città e delle nostre vite, a partire dalla svendita del patrimonio pubblico, dalla privatizzazione dei servizi, dallo smantellamento del welfare, dalla desertificazione delle politiche culturali. Gli effetti di queste politiche mortifere sono evidenti: Roma è una città, ormai, chiaramente allo sbando. Solo nelle ultime settimane: Corcolle, Tor Pignattara, l'aggressione a tre ragazze al Pigneto da un gruppo di uomini. Una famiglia con due minori è stata sfrattata a Centocelle, e durante il picchetto di solidarietà la Polizia carica senza avvertimento un gruppo di persone che volevano difendere il diritto di quella famiglia a non finire per strada. Due rappresentanti del sindacalismo di base e conflittuale licenziati in tronco per avere denunciato sui media main stream le loro condizioni di sfruttamento. Prima dell'estate otto mila bambini a Roma sono rimasti senza asilo nido. I genitori? Tutti precari o disoccupati. Nella città di Roma a scontrarsi non sono le culture, sono le persone. Ma qui sullo scontro qualcuno ha scommesso forte, perché lo scontro è redditizio tanto da aver regalato il dono dell'invisibilità al Sindaco di Roma Marino, a meno che non stia a Palazzo dei Conservatori a fare compagnia all'originale del Marc'Aurelio. Un sindaco che consegna la città alla Magistratura e alla Questura, mentre promuove incontri istituzionali con 28 sindaci d’Europa pensando di poter introdurre politiche vincenti in tema di agenda urbana a suon di investitori finanziari e grandi speculazioni senza sporcarsi le mani con le grandi sofferenze sociali che pullulano nel tessuto metropolitano. A Roma pero' sta accadendo qualcosa che i romani cominciano a realizzare, perché questo scontro tra persone, tra "razze", tra disperazioni metropolitane si sta dimostrando il più grande laboratorio di repressione sociale mai sperimentato prima, dove la chiusura di spazi di agibilità politica a suon di sgomberi e sfratti, va a braccetto con le restrizioni della libertà dei compagni da sempre impegnati nelle lotte sociali. È arrivato il tempo di ri-alzare la testa. A partire dalla richiesta della immediata scarcerazione di Nunzio e Marco il giorno dell’udienza del tribunale del riesame a metà ottobre, così come della revoca dei domiciliari per Luca e Paolo, attivisti dei Movimenti per il diritto all'abitare (udienza 10 ottobre) e degli obblighi di firma a carico di altri compagni per aver partecipato attivamente al corteo dello scorso 31 ottobre. È arrivato il tempo di ricostruire legami sociali indeboliti in una Roma mangiata dalle privatizzazioni che vuole continuare a vivere come città, a godere di spazi comuni, di servizi per tutti e dove si può respirare aria di libertà e democrazia. "Con Roma città aperta l'Italia ha riconquistato il diritto di guardarsi di nuovo in faccia" disse Jean-Luc Godard all'uscita del film. Oggi è venuto il momento di riconquistare il diritto di libertà e il diritto alla città e lo inizieremo a fare ri-prendendoci una piazza di San Lorenzo il giorno 4 ottobre, dove porteremo quella voglia di riconquistare ed immaginare quel futuro che vogliono sottrarci. Palestre popolari, artisti di strada, osterie popolari, musica e cultura indipendente. #dirittoallacitta #Tuttiliberi COMUNICATO DI LANCIO DEL 1 OTTOBRE IN OCCASIONE DELLA CONTESTAZIONE DEL MEETING A ROMA DEI SINDACI EUROPEI PER STABILIRE UN'AGENDA URBANA EUROPEA Oggi il sindaco Marino ha invitato a Roma i sindaci d'Europa per presentare la sua "agenda urbana", l'ennesimo evento vetrina che nasconde i problemi reali di questa città.</p><hr id="system-readmore" />Per questo, in una città blindata, abbiamo deciso di dare vita ad un'azione simbolica di contestazione calando uno striscione di fronte al Colosseo, nel cuore della città, quanto più possibile vicino al Campidoglio. Un'amministrazione nei fatti commissariata dal governo Renzi (vedi decreto Salva Roma) e in balia delle decisioni dei poteri di polizia e giudiziari che s'appresta a tagliare ulteriormente i servizi pubblici e a privatizzare il patrimonio immobiliare.</p> Per questo proponiamo alla città, singoli, associazioni, gruppi informali, spazi autogestiti e occupati di costruire insieme un percorso largo ed inclusivo che parli di un reale diritto alla città. Un primo momento d'incontro e confronto sarà il 4 ottobre in una piazza simbolica di Roma, Piazza dei Sanniti dalle 16 fino a serata con dibattiti, iniziative e musica. In questa occasione presenteremo la nostra agenda urbana, primo passo di questo percorso e chiederemo a gran voce, ancora una volta, libertà per Nunzio, Marco, Luca e Paolo. Assemblea per il diritto alla città
17 Set ORE 17 – ASSEMBLEA PUBBLICA PER UN NUOVO DIRITTO ALLA CITTA’
#DIRITTOallaCITTA‘ #AssembleaPubblica #PiazzaDeiSanniti#17SettembreALLE17
“L’estate sta volgendo al termine.
Un’estate che ci immaginavamo, o forse speravamo, diversa. Sgomberi, sigilli, denunce a carico di attiviste e attivisti e campagne a mezzo stampa hanno colpito realtà storiche e radicate dell’autogestione romana così come quelle più giovani e trasversali: la linea di continuità è quella di non tollerare alcuna forma di autorganizzazione che si frapponga tra la città e la sua trasformazione all’insegna di profitti e speculazioni, chiudendo ogni possibilità di trattativa possibile.
Esemplare in questo senso è quanto accade a Milano, dove spazi autogestiti vengono sgomberati in nome della legalità mentre l’Expo e gli enormi profitti che produce, nonostante gli scandali, devono essere salvaguardati e garantiti.
Così come parlano chiaro le nuove norme contenute nel Piano Casa rispetto all’emergenza abitativa. Chi non può permettersi di pagare un affitto e occupa una casa paga col distacco delle utenze e la cancellazione della residenza. Mentre la rendita immobiliare viene garantita con gli sgomberi, sacche sempre più consistenti di popolazione vengono estromesse dal riconoscimento dei diritti e delle garanzie fondamentali. La marginalizzazione sociale non è più un problema sociale ma la sua soluzione. Le pesanti misure cautelari subite da esponenti dei movimenti di lotta per la casa si iscrivono precisamente in questo inquietante quadro.
E’ in atto un pericoloso tentativo di “riscrittura” delle nostre città. Un tentativo che non tocca soltanto gli spazi sociali occupati e autogestiti ma coinvolge tutti e tutte, non ultimo il mondo dell’associazionismo e della cooperazione sociale, che con la futura approvazione della riforma del terzo settore dovrà limitarsi ad essere esecutore materiale di politiche di contenimento imposte dall’alto. A chi è sempre stato presente sui territori e, quindi, ne conosce i reali bisogni, si toglie la possibilità di progettare e decidere insieme gli interventi da attuare.
Il risultato, a Roma, è sotto gli occhi di tutti: una amministrazione comunale incompetente che da un lato promuove una città dove si vive male e si spende troppo per gli alloggi, per i trasporti, per la carenza di infrastrutture sanitarie pubbliche di qualità, di scuole e luoghi di socialità e cultura, incentivando la speculazione dei privati; dall’altro fa pagare un conto salato chiamato “deficit di bilancio”, obbligando la città tutta a subire drastici tagli, abilmente riassunti nel decreto Salva Roma
Tutto questo in nome della tanto invocata “legalità”, in nome di un debito pubblico da risanare e di un deficit comunale a cui far fronte svendendo tutto. Lasciando come sempre indietro i servizi alla città, le tutele sociali a categorie sempre più ampie di popolazione. Ma è illegale chi costruisce tessuto sociale, autogoverno e welfare dal basso nei territori da anni oppure chi favorisce solo la desertificazione culturale, la rendita e la speculazione tentando di privatizzare e svendere in ogni modo il patrimonio pubblico?
Alla legalità rispondiamo con la legittimità. Quella legittimità che costruiamo ogni giorno insieme a tanti e che nessun potere amministrativo può mettere in discussione. Crediamo che oltre al pubblico e al privato e alla loro sempre più funesta commistione, esista un’altra idea di pubblico in quanto comune, di autentica partecipazione e costruzione collettiva.
Pensiamo che sia centrale rimettere al centro la questione di chi decide in questa città e ritornare a prendere parola su queste decisioni. Per questo invitiamo tutte le realtà che si battono contro la speculazione, le privatizzazioni e per i beni comuni, dai movimenti per il diritto all’abitare ai comitati territoriali, dai sindacati conflittuali al mondo della cooperazione, a un confronto pubblico il 17 settembre h17.30 a Piazza dei Sanniti (San Lorenzo). Per avviare un percorso comune che parli alla città, capace di promuovere una grande mobilitazione per il diritto alla città”