Comunicati

UNA VITA SENZA CASA E’ COME UN CIELO SENZA STELLE…

  • Dicembre 16, 2009 11:51

Questa
lettera non è scritta da qualcuno ma è scritta da molti, da molte mani
e da molte teste, da molti cuori e da molti corpi, che in questi anni
hanno animato le lotte per il diritto all’abitare contro la rendita e
per il reddito garantito.

È
scritta da chi ogni mattina si alza e va a lavorare, senza un contratto
o con un contratto precario, da chi sale sulla sua macchina a rate, e
sogna una casa, e si ripete sempre la stessa frase…”NUN SE PO’ FA’”.
E lo dice perché, col suo bel contratto o col suo bel lavoro al nero,
un mutuo non glielo danno, anche se disposto ad “ipotecare” il proprio
futuro indebitandosi irrimediabilmente con la banca di turno.

Questa
lettera è scritta da chi apre la mattina il negozio di qualcun’altra e
che sogna di poter tornare a casa sua la sera e stare sola e mettere la
sua musica con i piedi sulla sedia e il sedere sul divano, sul divano
di casa sua, ma la frase che ascolta ogni volta che si siede di fronte
al direttore di una banca è “NUN SE PO’ FA’”.

Questa
lettera è scritta anche da chi sono anni che ha il posto fisso o lavora
in mezzo ai “fannulloni”, però col suo stipendiuccio si e no ci paga il
mutuo e forse ci arriva a fine mese.

Questa
è anche la lettera di chi da anni aspetta un alloggio popolare e che
alle prese con uno sfratto esecutivo per morosità chiede un rinvio e si
sente ripetere “NUN SE PO’ FA’”.

Questa lettera la scrive chi viene da lontano, lavora l’intera giornata e
tutte le sere torna per dormire in uno spazio che gli costa 300 Euro al
mese. Quando prova a chiedere al padrone di casa di abbassare l’affitto
e si sente rispondere “NUN SE PO’ FA’”.

Infine
questa lettera la scrive chi viene in questa città per studiare e con
un sogno nel cassetto, e si trova ammucchiato in case in affitto spesso
al nero. Il canone lo paga con soldi guadagnati lavorando sempre al
nero in un locale la sera, e quando chiede al proprietario un contratto
riceve in risposta un sospiro e la classica risposta “NUN SE PO’ FA’”.

In
questa nostra città, dove lo scempio urbanistico è profondo, dove si è
regalato molto alla rendita immobiliare, si sono vendute migliaia di
case popolari, si sono accesi mutuo insolvibili, si sono sfrattate
migliaia di persone, si sono dismessi ingenti patrimoni immobiliari
degli enti, si è precarizzato il lavoro, si è incentivato l’acquisto e
il consumo di suolo, esiste una voce chiara, ostinata e contraria a
tutto questo ed è la voce dei movimenti per il diritto all’abitare. Una
voce che si oppone, che recupera spazi abbandonati pubblici e privati
garantendosi un tetto e riacquistando una parte di reddito.

Chi
scrive lo ha fatto ancora. Ha censito e sta presidiando un edificio di
5 piani vuoto da tempo di proprietà della BNL-Paribas, una delle
maggiori banche europee responsabili della crisi che tutti e tutte
stiamo attraversando. Ci stiamo riprendendo una parte di ciò che ci
spetta e lo stiamo sottraendo alla speculazione immobiliare e alla
rendita parassitaria.

Cosa vogliamo ?

Un
piano straordinario di case pubbliche, popolari e di qualità; il
recupero di tutte le aree dismesse e di edifici come le caserme; un
blocco generalizzato degli sfratti per morosità e degli sgomberi; una
moratoria sui mutui per chi rischia l’insolvenza; la requisizione degli
edifici non utilizzati appartenenti a grandi proprietà e alle banche;
una graduatoria che tenga conto delle nuove figure sociali precarie e
tuteli il diritto dei singoli ad avere un alloggio.

Noi saremo al Volturno occupato (via Volturno 37) Venerdì 18 DICEMBRE 2009, alle ore 17.30, per discuterne insieme e dire a chi da anni ripete “nun se po fa’”: MO’ BASTA !

Coordinamento Cittadino di Lotta per la Casa e Blocchi Precari Metropolitani

16 Ottobre 2009 I° Anno di occupazione!

  • Ottobre 12, 2009 17:00

Il
16 ottobre del 2008 alla vigilia di uno sciopero generale e nel pieno
di un’onda studentesca, un ex cinema/teatro viene liberato e restituito
alla città.

Un
anno fa si è evitato che andasse in porto un ennesimo progetto di
antisocialità e speculazione in cui i meccanismi di controllo sociale fanno del tempo libero una merce di scambio trasformando l’ individuo in passivo consumatore.

Durante
quest’anno lo spazio è stato attraversato e vissuto da reti e soggetti
che sostengono e nutrono lo stesso processo critico all’interno della
città; l’ex cinema Volturno è diventato luogo assembleare e centro
culturale che offre la possibilità ad artisti, precari e migranti di avere uno spazio in cui provare, crescere, confrontarsi e condividere sogni, aspettative, vertenze.

Noi
immaginiamo e viviamo uno spazio in cui l’arte trova il modo di
esistere al di fuori di logiche autoritarie e di mercato, aperto alla
partecipazione di tutti quei soggetti che non trovano o non vogliono
trovare agio negli spazi ufficiali e patinati della società così come
della cultura.

Questo
autunno è iniziato con uno squallido tentativo di criminalizzare i
movimenti sociali ed autorgannizzati gli stessi che di luoghi come il
Volturno sono anima e linfa quotidiana.

Lo sgombero dell’ ex Regina Elena, le campagne medianiche e giudiziarie contro l’ex 8
Marzo hanno trovato una risposta forte ed incisiva fatta di tendopoli
ad oltranza, tetti occupati, cortei cittadini e presidi in tutta la
città.

Il
lato pubblico ed orizzontale dei movimenti ha fatto emergere il fatto
che figure leaderistiche e scopi da malavitosi possono essere solo
nelle cattive coscienze di chi valuta pericoli i nostri sogni e le
nostre idee.

Ad
un anno dall’ inizio di questa esperienza, alla vigilia di un corteo
nazionale contro il razzismo e di un nuovo sciopero generale, per
ritrovarci tutt* insieme con i nostri sogni, i nostri 1000 pregi ed i
tanti difetti.


IL SALTO DELL’ASTA

  • Maggio 28, 2009 13:37

Roma, 28 Maggio. Questa mattina 50 persone si sono presentate sotto lo studio
del notaio Paolo Silvestro a via dei Sansovino 6. Nonostante l’asta fosse stata
spostata all’ultimo momento alle 18.00 di questo pomeriggio, sono entrate nello
studio per chiarire il loro dissenso allo svolgersi dell’asta.

L’hanno obbiettata perché, a parer loro, non si è tenuto
conto del legittimo proprietario dello storico teatro: la città di Roma. Fra di
loro i fantasmi del teatro di varietà sono tornati in vita per ricordare che da
7 mesi il Volturno, dopo anni di abbandono, è diventato un luogo pubblico di
libertà, in cui varie reti sociali e solidali trovano il luogo dove esistere,
uno sportello sui problemi abitativi incontra le storie di chi vive quel
territorio e le sue periferie, decine di artisti animano la vita culturale
romana.

Gli obbiettanti sono contrari alla vendita dell’immobile e
giudicano irresponsabile la scelta di cambiare la destinazione d’uso del
Volturno in commerciale per rendere il boccone più appetibile.

Il Volturno è e deve continuare ad essere un bene comune
della città.

Contro l’asta di vendita del Volturno

  • Maggio 22, 2009 11:58

DIFENDIAMO
VOLTURNO:OCCUPATO

Sull’onda
delle occupazioni di casa, dei movimenti studenteschi e degli
scioperi precari dello scorso autunno la città si riappropria
e recupera l’ex cinema Volturno dallo stato di abbandono e di
degrado in cui si trovava da 15 anni.

Il
16 ottobre 2008 Volturno diventa un luogo liberato, spazio di
movimento e reti cittadine.

In
una città come Roma dove, negli ultimi mesi in particolare, è
stato negato alla cittadinanza il diritto di vivere liberamente le
strade e gli spazi della socialità, dove le piazze sono
militarizzate e video-sorvegliate, si cominciano ad intravedere i
primi risultati nefasti della nuova deriva securitaria di questo
governo autoritario e razzista. Si vietano cortei di protesta, si
rastrellano le persone in stato di clandestinità e si
riempiono le galere e i C.I.E. (centri di identificazione ed
espulsione).

Un
attacco continuo al mondo dell’autogestione non è più
sopportabile!

Mentre
la città si accinge ad accogliere il summit del g8 sulla
sicurezza e l’immigrazione e si prepara la contestazione del 30
maggio, è doverosa una riflessione sul ruolo di centralità
di questo spazio nella città.

Volturno
è attraversato da moltitudinarie forme di vita.

Studenti,
precari, migranti, occupanti di casa, operatori tecnici, artigiani e
lavoratori della conoscenza, tutti impiegati in una produzione
immateriale fatta di servizi, assistenze, collaborazioni e
consulenze. Questi soggetti hanno trovato un luogo fisico ed uno
spazio di dibattito in cui raccontarsi e conoscersi creando reti,
relazioni e percorsi di lotta che partono dal basso. Dalla critica di
quelle vite precarie di lavori intrisi di asettico tecnicismo in cui
non è concesso esprimere giudizi, a quelle forzatamente
anonime che rinchiudono nella solitudine e nell’alienazione, si è
costruita l’idea di una vita altra, liberata dal lavoro e dal
consumo, di una città sostenibile e solidale, di una cultura
vera ed indipendente. Volturno è stato animato dalle
progettualità creative ed espositive di una città che
libera uno spazio e lo apre alla partecipazione di tutti quei
soggetti che non trovano o non aspirano alla legittimità negli
spazi ufficiali della formazione e dell’arte. Nel Volturno, ex
teatro dove un tempo si esibivano i grandi nomi dell’avanspettacolo
e che il recente passato voleva violentare trasformandolo in una sala
bingo, è stato creato un processo continuo che trasforma la
frenesia in lentezza, la selezione in partecipazione, la competizione
in condivisione e cospirazione. L’arte, il teatro, il cinema e la
fotografia trovano il modo di esistere fuori dalle logiche di
controllo e di mercato, dimostrando che le idee hanno bisogno di un
luogo per prodursi e riprodursi.

Il
28 Maggio, a due anni dal primo tentativo di vendita, ritroviamo l’ex
cinema Volturno nell’asta fallimentare del gruppo Cecchi Gori.

Per
impedire che si speculi su un bene di tutti, per difendere i luoghi
dei movimenti, per tutelare gli spazi di libera espressione, per
rilanciare la nostra resistenza alla repressione,

SOSTENIAMO
LA PRATICA DELL’AUTOGESTIONE

DIFENDIAMO
VOLTURNO OCCUPATO!

LIBERO
SPAZIO LIBERE IDEE!


26
Maggio h.22.00 @ p.zza Trilussa – FlashMob / Proiezioni Garantite ”
iLVOstroTURNO”

27 Maggio h.17.30 @ Assemblea Cittadina
“la Riqualificazione dell’ex cinema Volturno” (Carovana
Città Bene Comune)

28 Maggio – Volturno all’Asta: Salta
chi Zompa

L’arte libera Roma

  • Gennaio 6, 2009 18:23

6 gennaio 2009. Partendo da un’idea nata nell’assemblea dell’ex cinema (ed ex locale a luci
rosse) VolturnOccupato.
Sede oggi dell’assessorato popolare per la crisi abitativa e di una rete di
artisti indipendenti che ha deciso di uscire fuori dalle logiche di mercato per
creare un movimento poetico.
Oggi 6 gennaio, in occasione della festa della Befana, un centinaio di
artisti riuniti in un movimento poetico attraverserà la città in una parata di
colori, lasciando scenografie volanti (ottenute utilizzando materiali riciclati)
per le strade della città, sulle quali riecheggiano scritte poetico-riflessive: (“la libertà
è sempre in verità provvisoria”, “me ne Frega!” “la mia liberta finisce dove
comincia la vostra, “la poesia è azione”etc.).

La parata è entrata in diverse piazze e luoghi importanti della capitale
lasciando volantini di sensibilizzazione e a sostegno di un arte libera e
proponendo spettacoli ed intrattenimenti lampo, e terminando infine con un’incursione colorata in piazza Navona in difesa delle recenti multe ai danni degli artisti di strada.

Ma guardatevi questi album fotografici:

Galleria 1

Galleria 2

Galleria 3

Ecco un’agenzia stampa:

EPIFANIA, PARATA OCCUPANTI EX VOLTURNO PER «LIBERA
L’ARTE» (OMNIROMA)
Roma, 06 gen – Una parata di artisti di strada si è svolta
nel pomeriggio in centro, in occasione della festa dell’Epifania, ed è stata
organizzata dagli occupanti dell’ex cinema Volturno. Trampolieri, musicisti e
maschere hanno sfilato per via Nazionale entrando nei negozi e appiccando
cartelli che recitavano: «Libera la cultura e libera l’arte». «Abbiamo voluto
denunciare la situazione degli artisti di strada – ha detto Alberto, uno dei
manifestanti – Appena lo scorso dicembre alcuni di noi erano stati denunciati e
diffidati per la nostra attività». Gli artisti, in tutto una cinquantina,
hanno concluso la loro perfomance a piazza Navona.