sab16apr2011 – Los Toritos + Bankrobbers

  • Marzo 30, 2011 15:58

Sabato 16 Aprile 2011 @ Volturno

ORE 20 – APERICENA a cura della Trattoria ArVolturno

ORE 21 – LOS TORITOS in “LA CITTA’ INFERNALE”

A SEGUIRE – CONCERTO DEI BANKROBBERS [cover band The Clash]

Ingresso Libero


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La Città Infernale

www.lacasadeasterion-teatro.blogspot.com

Di Daniel Fermani; Regia di Laura Sales

con Chiara Bruni

Andrea Luceri

Federica Massara

Aurora Salvucci

Martina Ubaldi Giulia Felli

Video di Franco Barletta

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La città infernale è un atto unico teatrale del drammaturgo e regista italo-argentino Daniel Fermani. Un’opera scritta nel settembre 2010 a Mendoza su richiesta della regista Laura Sales per lo spettacolo invernale del laboratorio della compagnia teatrale italoargentina LosToritos con sede a Roma. La compagnia mette in scena da anni le opere del suo fondatore, in Argentina e in Italia, con la regia di Daniel Fermani e Laura Sales rispettivamente nei due Paesi. Una scelta chiara per una ricerca che ha alla base la sperimentazione teatrale ed in particolare un lavoro corporeo fondato sulla costruzione della macchina del tempo in grado di alterare la prosodia di un testo mai naturalistico, ma vissuto e decodificato dalle tensioni corporee. L’attore è impegnato in una partitura meccanica divenendo servo del testo del drammaturgo, permettendo così al pubblico di provare emozioni. Dello stesso autore sono state già presentate in Italia: Donne argentine in fondo al mare, Corpi di donne su di un piano inclinato, l’uomo dei fili dorati, Referente Incesto, Lettere dall’inferno, Fiumi senza sangue….

SINOSSI

Credo che stasera non potró partecipare alla festa. Non posso lasciare me da solo a casa e mettermi la maschera delle feste cosí facilmente…”

Quattro donne e un uomo attendono gli spettatori alla porta dell’inferno per la festa di benvenuto in un mondo il cui tempo è ciclico, dove ogni sera i dannati sono costretti a raccontare la stessa identica storia ai nuovi arrivati.

…”Forse non mi farebbero nemmeno entrare. Guardano la mia faccia piena di voglia di vomitare e dicono: A lei non é permesso. A lei non é permesso. A me non é permesso. Non sará mai. E allora tenetevi i vostri calici alti. Signori del vomito. Signore dello stomaco rivoltato. Perché appena abbasserete i vostri bicchieri ci vomiteró dentro.”

Una storia personale, intima e allo stesso tempo universale: la nausea, l’invisibilità, il vestito stregato, l’ultima festa, il denaro….

La storia di ogni essere umano e allo stesso tempo quello che non si vorrebbe dire, quello che abita dentro le viscere, ciò che è parte delle tradizioni popolari, del dominio politico-culturale dell’uomo su di un altro uomo.

Uno spaccato che tocca da vicino senza mezze parole la nostra realtà; il mondo che abbiamo costruito, le paure, i sogni e gli incubi più profondi di ognuno di noi.

“…Io mi sentivo giá un’altra. Io. Io. Oh, mi dispiace. Non posso asistere alla vostra festa. L’abito non me lo permette. Oh mi dispiace non posso asistere alla vostra festa. Sono morta”

Un testo costruito come dalla mano di un pittore che nella sua tavolozza ha solo due colori: rosso e nero.

“…Mordo le perle e i coralli avvelenati. Che mi vadano dentro come non mi é mai andato dentro tutto il resto. Te. La festa. Il merdaio intorno a me. Si. Cosa guardate. Quella pazza del bel abito di seta finalmente l’hanno portata via.”

Il rosso della passione, del sangue, del vino e il nero della morte, del vuoto; il nero che tutto assorbe e tutto allontana.

“…Questa voce che senza la tua voce non é esistita silenzio per te sempre significherá. Di fronte a te la morte. Io. Che volevo darti la vita.”

Il nero di quando si è ciechi e il rosso di quando si vede troppo.

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